POSSIAMO RISCOPRIRE I GUSTI DEL MEDIOEVO IN CUCINA

POSSIAMO RISCOPRIRE I GUSTI DEL MEDIOEVO IN CUCINA

Oggi possiamo riscoprire i gusti del Medioevo in cucina? Riproducendo oggi fedelmente dei piatti medievali li possiamo apprezzare? Il nostro giudizio su cosa si basa?

Partiamo a definire il gusto, di gusti ce né uno solo?

Gusto inteso come sapore, è la sensazione individuale della lingua e del palato: esperienza per definizione soggettiva, sfuggente, incomunicabile.
Gusto anche come sapere, è la valutazione sensoriale di ciò che è buono o cattivo, di ciò che piace o dispiace. Questo riguarda il cervello e non la lingua, il cervello è l’organo del piacere gastronomico.

FORCHETTA NEL MEDIOEVO


FORCHETTA NEL MEDIOEVO

La forchetta ricompare nel Trecento, il suo ingresso sulla tavola è abbastanza lento, in una ricetta di lasagne1 viene consigliato di mangiarle con un bastoncino appuntito.
L’uso della forchetta cresce col diffondersi del culto della pasta. Alla fine del XIV secolo doveva essere ormai di uso quotidiano visto che questo utensile viene citato dal Sacchetti in una sua novella2:





Essendo posto Noddo [d’Andrea] a tagliere con […] Giovanni Cascio, e venendo maccheroni bollentissimi, e ‘l detto Giovanni, avendo più volte udito de’ costumi di Noddo, vedendosi posto al tagliere con lui, dicea fra sé medesimo: -Io son pur bene arrivato, che credendo a venir desinare, e io sono venuto a veder trasgusciare Noddo - ; [….]. Noddo comincia a ragualzare3 i maccheroni, aviluppa4 e caccia giù, e n’avea già mandati sei bocconi, che Giovanni avea il primo boccone sulla forchetta e non ardiva. [Allora Giovanni pensò:] […] la parte mia non dèe costui divorare.
Come Noddo pigliava uno boccone, ed egli ne pigliava un altro e gittava in terra al cane […] Dice Noddo: - Omei, che fa’ tu? -.
Dice Giovanni: [..] -Non voglio che tu manucchi la parte mia; vogliola dare al cane.-
[…] Dice Noddo: - Or oltre5, facciamo adagio e non gli gettare.-
[…] Noddo acconsentì , e convenne che mangiasse a ragione6.




La prima forchetta rappresentata in pittura è in un quadro di Benedetto Gennari Senior - Cena in Emmaus 1628 – presso la Pinacoteca di Cento.



Precedentemente ci fu un’altra apparizione della forchetta ( o di uno strumento che oggi porta alla mente una forchetta) nell’XI secolo: in due miniatura del manoscritto De Universo di Rabano Mauro,



 in questa miniatura troviamo due personaggi regali seduti a tavola che condividono coltello, forchetta e calice.


ed in questa due personaggi nobiliari mangiano ognuno con la propria forchetta.

Le forchette qui rappresentate hanno una forma a due rebbi. San Pier Damiani, monaco e teologo, condannò aspramente la dogaressa Teodora, sposa del doge Domenico Selvo, in carica dal 1071 al 1084, e figlia dell’imperatore d’Oriente Costantino Ducas, che era solita utilizzare a tavola una forchettina d’oro, a due rebbi, per non ungersi le mani, il monaco scrisse: Non toccava il cibo con le mani ma dagli eunuchi lo prendeva in piccolissimi pezzetti e subito dopo con una forchettina d’oro a due rebbi, lo avvicinava alla bocca con fare schizzinoso.’

Ma l’uso della forchetta era già presente in epoca romana e questo è documentato da due forchette presenti al museo Archeologico di Arezzo.

 







In questo contesto storico l’uso di uno strumento come la forchetta era inopportuno e discriminante rispetto all’uso delle mani sulla "preda", perciò scomparve dalle tavole.


1 Redon, Sabban, Serventi, A tavola nel Medioevo,,Roma, Laterza, 2005, p.74
2 Sacchetti, Il trecentonovelle, Torino, U:T:E:T:, 2004, Novella CXXIV, pp: 337-339
3 Rimescolare col il sugo.
4 Li avvolge sulla forchetta per prenderli parecchi insieme.
5 Orsù
6 Il giusto.